Il ruolo della donna in occidente

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Babina O'Riley
view post Posted on 17/8/2009, 20:38




La rivoluzione culturale dell'epoca moderna

La maternità, al pari della paternità, in tutte le società pre-moderne si presenta come un fatto naturale, non artificiale, nel senso che viene ad iscriversi in un ordine dato delle cose, che trascende la volontà del singolo.

Con la rivoluzione culturale che apre l'epoca moderna, e che si modella principalmente nell'Europa del XVII secolo, anche la maternità viene coinvolta in quel sistema di valori in cui è centrale la lotta ingaggiata dall'uomo con la natura. In questo contesto, la maternità appare come un fatto irrazionale, di cui si tende a perdere l'essenza in modo proporzionale alla crescente dinamicità della società.

In questo periodo, infatti, nuove linee di pensiero si diffondono, la filosofia razionalista conosce il momento di massima diffusione, e tutto il vivere quotidiano è permeato da questo nuovo approccio alla vita. Anche la maternità, come massima espressione della struttura familiare tradizionale, si riveste di significati simbolici, divenendo l'espressione di quel comportamento istintivo che deve essere controllato dalla razionalità umana. Quando con la Rivoluzione Industriale anche le donne entrano in massa nella produzione, la maternità si pone, nel suo significato e nella prassi quotidiana, come un evento denso di difficoltà, di rischi, di obblighi non pienamente sentiti, insomma di elementi non razionalizzabili e in qualche modo sempre più problematici per la vita della donna che si fa carico di tante incombenze al di fuori della famiglia.

Infatti , il modello della famiglia patriarcale, comincia lentamente a perdere terreno, soppiantato da gruppi famigliari, costituiti solo i genitori e i figli (famiglie nucleari). La motivazione principale di questo cambiamento, verificatosi soprattutto negli agglomerati urbani, è la nuova struttura dell'economia.

Se nelle campagne infatti, il possedimento di terreni e animali costituiva la certezza di sopravvivenza per l'intera famiglia, che doveva proprio al suo essere numerosa la possibilità di migliorare la produzione agricola, nelle città il lavoro nelle fabbriche, aveva determinato un nuovo assetto familiare, in cui anche la donna, faceva parte della catena produttiva al di fuori delle mura domestiche, ciò comportava, ovviamente, la rinuncia ad una famiglia numerosa, che risultava molto difficile da mantenere.

Fonte: http://www.italiadonna.it/public/percorsi/11004/11004001.htm
 
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